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miercuri, 22 aprilie 2015

"Pensieri improvvisi" - Andrej Sinjavskij

Tu vivi da scemo, ma qualche volta ti vengono in mente idee eccellenti.
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Che coraggio avete di temere la morte? E' come svigliacare sul campo. Guardatevi intorno: giacciono a terra tutti accatastati. Ricordate i vostri vecchi genitori defunti. Pensate a vostra cugina, la piccola Vera, morta a cinque anni. Così piccina, finì soffocata dalla difterite. E voi, adulto, sano, colto, temete... Suvvia, smettetela di tremare! Animo! Avanti! In marcia!
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L'ubbriachezza è il nostro vizio nazionale di fondo, anzi la nostra idea fissa. Il popolo russo non beve per indigenza o per disperazione, ma perché sente una primordiale necessità del miracoloso e dello straordinario. Beve, se si vuole, misticamente, mirando a liberare l'anima del suo peso terrestre e a restituirla al suo stato di beatitudine incorporea. La vodka è la magia bianca del contadino russo.
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La libertà è sempre negativa e presuppone un'assenza, un vuoto che anela di essere riempito al più presto.
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La natura che ci circonda - foresta, monti, cielo - è la forma per noi più accessibile e visibile dell'eternità, la sua imitazione tangibile, immagine, personificazione. (...) A noi che non disponiamo di un'altra evasione, questa pienezza dell'essere, presaga di eternità, ci permette di ritirarci nella natura come un tempo ci si ritirava in convento.
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L'anima non può nemmeno abbassare le palpebre. E' sempre in vista. Ma noi sì. Noi siamo tutto un congegno, Possiamo turare gli orecchi, rifugiarci in noi stessi. E quando tutto va molto male mettere la faccia contro il muro e nasconderci dietro una spalla fidata, impenetrabile.
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L'archittetura dei monti è un preavviso del gotico.
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Dall'altra parte il sonno è una ripetizione della morte. Nell'addormentarci noi moriamo: ci corichiamo, chiudiamo gli occhi, perdiamo coscienza e non è escluso che viviamo parzialmente in un altro mondo. (...) Il sonno come la morte ha il sapore del nulla, dell'oblio, della quiete e beatitudine infantile. Dicono che in punto di morte si ricordi con particolare forza l'infanzia.
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Le nonne bramano nipotini, giocano con loro come bambole, abbandonandosi a fanciullaggini  e facendo le bisciole come bambini. Perché non si adattano all'adolescente? Forse perché il neonato è più desiderato e più vicino a loro, perché in lui si riconoscono e si ritrovano. Perciò, se si paragona tutto questo - sonno, fanciullezza e morte - sembra che la vita vissuta come una "evoluzione di personalità cosciente" si dilegui superflua.

luni, 13 aprilie 2015

poveste de noapte bună

duminică seara când
oamenii adunaţi
în stoluri de păsări
încearcă să doarmă
tata te scoate la plimbare

îţi ia o cola de la chioşc
şi urcaţi 
sus
unde trenul îţi trece
pe sub tălpi

bei cola speriată
tot ce ţi s-a întâmplat frumos
şi ciudat
a fost la marginea unui pod

tragi din pai
ca un
copil 
dar nu mai eşti
- îţi dai seama
când tata povesteşte
despre ziua când a vrut
să-şi pună
capăt zilelor